
lunedì 28 febbraio 2011
lunedì 21 febbraio 2011
giovedì 17 febbraio 2011
Prima o poi sarebbe dovuto succedere comunque; Diharrea, “Lose motion” o come semplicemente la chiamiamo noi a casa: sciolta…a litri.
Ok !!! Uno potrebbe pensare che andando in uno degli alberghi più costosi della città, con vista stupenda e piscina sul tetto, mangiando una semplice pizza, che voglio dire difficilmente potrebbe contenere verdure non cucinate o altri cibi infetti, uno và sul sicuro !!!! Invece no !!
Neanche a dirlo dalla stessa notte per almeno tutto il giorno seguente, bè, ragazzi non voglio entrare troppo nei particolari, anche perché è piuttosto disgustoso, ma ho fatto così tanta acqua che mi è salita la febbre e i reni mi hanno iniziato a fare malissimo. Una giornata d’inferno nella quale il mio corpo non riusciva a trattenere niente, nemmeno fluidi, per più di 20 minuti.
Oggi già mi sento molto meglio, anche se devo dire sto avendo grossi problemi con il cibo. La situazione è preoccupante. Vedete, se mangi fuori c’è il rischio di prendere qualcosa; a mangiare a casa però non ce la faccio più, mangiano troppo pesante. Praticamente ogni cosa che cucinano qui deve essere strafritta o con oliaccio o, peggio ancora, con burro. Persino nel pane, chiapati, i quali sono pesanti già di loro perché non levitati, ci mettono litri di Burro fatto in casa, quindi molto più pesante di quello normale. Insomma sono giorni che, in casa, mangio solo riso in bianco. Finalmente ho parlato chiaramente con la famiglia; apprezzo il fatto che vogliano farmi conoscere la cultura e le tradizioni, ma anche io ho la mia dieta, la mia cultura e la mia tradizione, e, come la loro, è millenaria e radicata profondamente nella nostra vita. Presto, quindi, avrò un piccolo cucinotto nella stanza accanto dove poter cucinare quando ne sento il bisogno, ovviamente, non mi è permesso cucinare nessun tipo di carne o pesce.
La cosa, purtroppo, è quantomeno divertente a pensarci, tra la città e il villaggio si vedono cosi tante mucche, capre, bufali, cinghiali e animali di ogni sorta che, se solo non fossero così strettamente vegetariano, si risolverebbe, almeno nel breve periodo, il loro problema di mal nutrizione e fame. Certe volte, vedo cinghiali che mi passano davanti come cristiani e mi verrebbe voglia di accoltellarli e portarmeli a casa. Forse il problema più grande e che questi animali ormai si cibano solo di spazzatura: grave problema qui in India. Gli Indiani non hanno, infatti, nessuna cultura della monnezza, buttano tutto per strada, davanti casa. Certe volte ti capita di vedere la gente buttare la spazzatura dal balcone di casa e gli animali si fiondano a mangiare, non senza lotte per ottenere il primo posto. Il fatto della spazzatura purtroppo è una cosa nuova per loro. Fino a, diciamo forse, 50 anni fa, non avevano tutte queste bottiglie di plastica, buste di plastica e pacchetti di plastica, quindi tutto veniva o riciclato in diversi usi o buttato in pasto agli animali. Oggi, per strada, e persino nei villaggi, si trovano monnezzai ad ogni angolo, non senza ripercussioni sia sulla terra, resa incoltivabile, che sul loro igiene. È molto triste, ma spesso uno dei fattori che porta all’estrema povertà è proprio quello culturale.
martedì 15 febbraio 2011
giovedì 10 febbraio 2011
Oggi prima escursione ai villaggi. Direzione: ufficio di Bombora, villaggio a 55 Km da Udaipur. Sveglia alle 8 del mattino per preparativi; Appuntamento alla 9, prima delle 10 non si presenta nessuno. IST; “Indian Standard Time” qui si chima; persino l’autobus arriva quando je pare!
Ovviamente la gente attorno a me che aspetta si fionda per occupare i posti, ed è facile immaginare il perché; presto, infatti, l’autobus si riempie fino a straripare. Fortunatamente l’indiano che mi accompagna sà il fatto suo. Dal finestrino fionda dentro il suo zaino a occupare due posti per noi, ovviamente con il favore di un vecchio già seduto accanto a quei posti…ottimoJ !!!
Il paesaggio è fantastico. È ormai quasi tempo di mietitura e tra distese a perdita d’occhio di collinette aride, in stile “mancha”, campi colorati si susseguono a paesini rurali minuscoli nei quali la gente si raduna nella strada principale a passare il tempo in scialbo…. Per qualche foto dovrete aspettare, non mi andava proprio di fare il turista fuoriluogo.
L’ufficio è molto spartano ed ospita spesso anche i collaboratori per la notte, in pochi, infatti, vivono nelle vicinanze. I materassini e le coperte sono lerci; il cesso, alla turca, e la doccia, un ripostiglio nel quale la mattina li senti che si lanciano secchiate di acqua fredda soffrendo di gelo J, fanno abbastanza schifo. Da notare che la doccia qui non esiste; se non negli hotel !!! Qui la gente riempie un secchio d’acqua e con un secchiello piccolino si bagna a poco a poco. Alla cosa uno ci si potrebbe pure abituare, ma cazzo, senza acqua calda ed al freddo manco troppo..ao!!, qui la mattina fa freddo !!!
Il lavoro è molto affascinante, sfortunatamente la più grande difficoltà è addirittura comunicare con quelli che lavorano con me. Pensante che qui al villaggio, dove passerò poco tempo, uno che parla inglese c’è, in città neanche uno. I primi giorni sono stati quelli del piano di sotto a spiegarmi cosa fà la mia NGO, e mi ha detto bene, perché loro lavorano nel mestiere a livello nazionale ed è stato molto interessante.
Il tempo scorre lento e tranquillamente tra vari ed innumerevoli chai (di cui di seguito potete leggere la ricetta), le distanze spesso difficili da percorrere, i ritardi cronici e le impossibilità comunicative.
Si arriva in un paesino con qualche casetta sparpagliata e scopri che ci vivono in 60 famiglie; dovunque si vede un letto sotto un albero….. bè, state a casa di qualcuno. La gente però è molto ospitale, ovviamente tenendo conto che la fiducia è tutto; come spesso accade ci si accontenta di quel che si ha e l’organizzazione ha dovuto spendere anni per entrare nelle loro case…. Perché il punto non è aiutarli, ma aiutarli ad aiutarsi, e scusate il gioco di parole.
CHAI (tea in Hindi)
Mettete in un pentolino latte e acqua in parti uguali (anche più latte se volete), con polvere di foglie di tea, zucchero (tanto perché gli Indiani sono golosi) e un pezzetto di ginger fresco tritato. Portate ad ebollizione per 10 minuti…ed ecco fatto. Alcuni ci mettono anche il cinnamomo, o cumino o anche roba piccante, ma poi te vai a sentì male!
domenica 6 febbraio 2011
“Si finiscono le parole prima ancora di finire quell’India che tutte quelle parole descrivono. E non in una lingua, ma in molte. Non è una contraddizione in termini, ma decide tutti i termini delle contraddizioni. È la più grande e più energetica democrazia, dove la gente si disfa dei politici come della spazzatura. è un mondo a due faccia con benessere e terribile povertà; Bilionari in case di marmo e mendicanti, tra pratiche millenarie di Tantra e Twitter. Dove si vedono autostrade costruite a regola d’arte con mucche che la attraversano. Dove passano treni con più passeggeri sul tetto che dentro i vagoni”
(India Today” 29 gennaio 2011, celebrazione dei 61 anni di democrazia)
Parole in contraddizione che riescono meglio di tutto a descrive quello che è l’India.
Dopo una Settiama quasi di vancanza nella città vecchia e turistica, passata velocemente tra vari training sul quello di cui si occupano le NGO e lezione di Hindi (che presa a bene), ma soprattutto visite guidate e magnate al ristorante (ovviamente tutto pagato con albergo incluso), finalmente approdo nella famiglia che mi ospiterà per questi tre mesi. Ebbene sì, per chi non lo sapesse, starò con una famiglia indiana. Effettivamente, ho tipo un appartamentino sopra al loro, senza cucina; tutti i giorni, quindi mi aspettano per colazione, pranzo al sacco (se necessario) e cena…ovviamente tutta cucina indiana, strettamente vegetariana e molto piccante.
L’appartamento dove vivo viene usato in pratica come ripostiglio. Non che la loro casa sia più grande, anzi; solo che è disposta meglio. In questi primi due giorni ho passato un po’ di tempo con loro; sembra che ci tengano particolarmente e che siano curiosi, credo sia anche un un fatto di educazione, sono molto religiosi e ospitali, ma soprattutto ci tengono a non essere come degli estranei. La loro casta è tra le più alte, sono Brahamini, della casta dei “preti”, quella più vicina alla non-rinascita. Sono principalmente seguaci di Hanuman, il dio scimmia che aiutò Rama a salvare Sita, sua sposa. È il dio della forza e della conoscenza, chiunque lo veneri, si dice, non teme nulla nella vita perché Hanuman lo protegge, ovviamente, però, è bene compiacere anche tutto gli altri dei. Il padre possiede un negozio in un villaggio turistico; prezzi europei, quindi la famiglia se la cava abbastanza bene. Vivono modestamente e sembrano molto altruisti. Ovviamente sono molto religiosi, il padre e la madre pregano molto spesso, in ogni occasioni; prima di colazione, prima di salire in macchina, arrivati al negozio….ect ect. La madre spende molto tempo in casa, anche se le 3 aiutanti fanno tutto quel che c’è da fare, pulire, cucinare e rassettare. Il figlio Goru, ha 21 anni e sembra molto legato ai suoi genitori. Tutto sommato, mi trovo bene, anche se mi sento un po’ privato della libertà, ma è normale nei primi giorni, col tempo si verrà a creare quella routine che sostituirà la libertà.