giovedì 10 febbraio 2011

Oggi prima escursione ai villaggi. Direzione: ufficio di Bombora, villaggio a 55 Km da Udaipur. Sveglia alle 8 del mattino per preparativi; Appuntamento alla 9, prima delle 10 non si presenta nessuno. IST; “Indian Standard Time” qui si chima; persino l’autobus arriva quando je pare!

Ovviamente la gente attorno a me che aspetta si fionda per occupare i posti, ed è facile immaginare il perché; presto, infatti, l’autobus si riempie fino a straripare. Fortunatamente l’indiano che mi accompagna sà il fatto suo. Dal finestrino fionda dentro il suo zaino a occupare due posti per noi, ovviamente con il favore di un vecchio già seduto accanto a quei posti…ottimoJ !!!

Il paesaggio è fantastico. È ormai quasi tempo di mietitura e tra distese a perdita d’occhio di collinette aride, in stile “mancha”, campi colorati si susseguono a paesini rurali minuscoli nei quali la gente si raduna nella strada principale a passare il tempo in scialbo…. Per qualche foto dovrete aspettare, non mi andava proprio di fare il turista fuoriluogo.

L’ufficio è molto spartano ed ospita spesso anche i collaboratori per la notte, in pochi, infatti, vivono nelle vicinanze. I materassini e le coperte sono lerci; il cesso, alla turca, e la doccia, un ripostiglio nel quale la mattina li senti che si lanciano secchiate di acqua fredda soffrendo di gelo J, fanno abbastanza schifo. Da notare che la doccia qui non esiste; se non negli hotel !!! Qui la gente riempie un secchio d’acqua e con un secchiello piccolino si bagna a poco a poco. Alla cosa uno ci si potrebbe pure abituare, ma cazzo, senza acqua calda ed al freddo manco troppo..ao!!, qui la mattina fa freddo !!!

Il lavoro è molto affascinante, sfortunatamente la più grande difficoltà è addirittura comunicare con quelli che lavorano con me. Pensante che qui al villaggio, dove passerò poco tempo, uno che parla inglese c’è, in città neanche uno. I primi giorni sono stati quelli del piano di sotto a spiegarmi cosa fà la mia NGO, e mi ha detto bene, perché loro lavorano nel mestiere a livello nazionale ed è stato molto interessante.

Il tempo scorre lento e tranquillamente tra vari ed innumerevoli chai (di cui di seguito potete leggere la ricetta), le distanze spesso difficili da percorrere, i ritardi cronici e le impossibilità comunicative.

Si arriva in un paesino con qualche casetta sparpagliata e scopri che ci vivono in 60 famiglie; dovunque si vede un letto sotto un albero….. bè, state a casa di qualcuno. La gente però è molto ospitale, ovviamente tenendo conto che la fiducia è tutto; come spesso accade ci si accontenta di quel che si ha e l’organizzazione ha dovuto spendere anni per entrare nelle loro case…. Perché il punto non è aiutarli, ma aiutarli ad aiutarsi, e scusate il gioco di parole.

CHAI (tea in Hindi)

Mettete in un pentolino latte e acqua in parti uguali (anche più latte se volete), con polvere di foglie di tea, zucchero (tanto perché gli Indiani sono golosi) e un pezzetto di ginger fresco tritato. Portate ad ebollizione per 10 minuti…ed ecco fatto. Alcuni ci mettono anche il cinnamomo, o cumino o anche roba piccante, ma poi te vai a sentì male!

2 commenti:

  1. ande ma dovevi anda' fino in india per scoprire il chai!!!ahahahahha:):)
    ti voglio bene amico
    e vedi di nn prende freddo la mattina, tanto prima o poi ti abituerai a nn lavarti...trenqz!!!!
    cia

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  2. me sa che nel tuo ufficio ce dormono la notte!!!!

    e la doccia gelata!!!! CHE PRESA ABBENNE

    Grande ande

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