
giovedì 31 marzo 2011
martedì 22 marzo 2011
mercoledì 2 marzo 2011
Ormai è un mese che sono qui in Udaipur. Incomincio a conoscere i posti dove andare, soprattutto quelli dove poter passare qualche ora tranquillo. Vedete Udaipur è una piccola città, di quasi 1 milione di persone, ma pur sempre una piccola città. A tratti è come vivere in un paesino, i negozi chiudono tutti abbastanza presto e l’unica possibilità nella notte sono i ristoranti. La città (in cui non si trovano palazzi occidentali o bar, locali o niente del genere) in sé è molto piccola, la parte gigantesca è la periferia….. e tutti conoscono tutti; il che ovviamente è possibile soprattutto per il fatto che la maggior parte della gente non si può permettere nemmeno di andare nel centro città; per non parlare delle donne, alle quali non è permesso nemmeno di uscire la sera. La grande maggioranza delle persone, qui, è Induista, quindi ne risulta una città molto tradizionalista, di cui le donne vivono la parte peggiore. Seppur dicono che l’india sta cambiando, qui si vede poco, ed è facile notarlo in ogni piccola cosa, soprattutto riguardo a caste e sesso femminile.
Ormai è passato un mese, ad anche sul lavoro ho passato la prima fase di frustrazione. È stato difficile all’inizio; certe volte si sente che non c’è molto che noi occidentali possiamo fare, soprattutto perché non si conosce la lingua e perché comunque ti vedono sempre come un turista. Persino dentro “l’ufficio”, quasi nessuno parla l’inglese, ed quindi soprattutto difficile poter veramente iniziare a fare parte dell’organizzazione. Dall’atra parte però, noi abbiamo la cultura e la preparazione che a loro manca, dal semplice saper usare un computer, all’approccio economico, alla conoscenza della lingua inglese. Fortunatamente sono riuscito a ricamarmi un progetto che mi interessa molto, e che mi porterò come me in futuro, ma sopratutto in totale indipendenza. In pratica passo le mie giornate tra diverse NGO, chiedendo informazioni e condividendo idee (perché quasi tutti qui sono alle prime armi con quello di cui mi occupo io, quindi è un po’ come imparare insieme, scambiandosi idee e visitando villaggi per vedere come applicare quelle idee), internet caffè (per internet) e raramente in ufficio. Certe volte è eccitantissimo, altre invece sembra di non poter fare niente…Ups and Down.
Oggi è il compleanno di Shiva (uno tra gli dei più seguito in India, forse quello con più templi) Dio della distruzione (fondamentale per creare equilibrio), dio nel quale il fiume Gange fluisce, dio molto vizioso, soprattutto per fumo ed alcolici. Per la prima volta, sembra viva la città dopo il tramonto, per la prima volta, gente che si diverte, beve e balla; musica dal vivo per le strade, templi adorni di luci e di fiori. Per la prima volta la città dopo le 11 non sembra deserta (ovviamente da notare: nessuna donna indiana in giro). Sono anche andato a due templi di Shiva per la preghiera J (solo nel centro città se ne trovano a decine, da quelli minuscoli, come le madonne sul ciglio della strade, a Giagdish Temple di cui ho postato la foto). Si entra e si suona un tocco di campana (per segnalare la tua presenza davanti al dio), percussioni a tutto volume (per bloccare suoni dall’esterno e per permettere al discepolo di concentrarsi), incenso (che simboleggia il Dio che è pervasivo) , luci (che simboleggiano il dio che è luce). Il baba accende una candela ( che simboleggia il tuo corpo che si dissolve nel dio) e si raccoglie il fumo emanato dalla candela e lo si sparge sul volto. Il baba poi ti spruzza qualche goccia d’acqua santa addosso e ti mette un puntino rosso (per gli Induisti) che simboleggia il terzo occhio; per finire si fa un giro, in senso orario del tempio, per assorbire l’aurea creata dalla statua del Dio…..Bellissimo !!!