giovedì 31 marzo 2011

martedì 22 marzo 2011

Finalmente, dopo che se ne parlava da settimane in ogni angolo delle strade, dopo aver ascoltato gli accorgimenti che tutti danni ai turisti e dopo aver visto quantità di colori in polvere venduti per strada, finalmente arriva HOLI. Holi è un po’ come il carnevale e il capodanno delle festività Indiane, chiamata anche la festa dei colori (che pre l’esattezza si svolge il giorno dopo Holi)….una esperienza bellissima, forse la più bella che si può vivere qui in India….la bellissima festa dei colori. La notte di Holi, tutti si ritrovano in piazza, accovacciati per ora ad aspettare il momento in cui i roghi verranno bruciati (la festa infatti simboleggia il sacrificio di una donna, Holi, che si sacrifica sul rogo in onore a Visnhu, per cui dopo la parte religiosa si segue la processione che va in giro a bruciare diversi roghi in giro per la città). Come al solito l’india non manca di mostrare la sua contraddittorietà; prima e dopo la processione religiosa si vedono travestiti mascherati da danzatrici di ventre ballare sul palcoscenico davanti a migliaia di famiglie Indiane, i quali non sembrano per niente restii a questa visuale, contrariamente a me, per esempio. Il momento più bello, però, arriva solo la mattina dopo…..la festa dei colori. La festa si svolge per tutte le strade della città, la gente non fa altro che colorarsi a vicenda con tanti diversi colori uno sopra l’altro, augurandosi “happy holi” e facendo battaglie di colori….il gioco è sporcare gli altri, colorarsi dalla testa ai piedi. La cosa è diventata, col tempo, una scusa anche per molestare turisti, soprattutto donne. Finalmente ogni indiano è autorizzato ad abbracciare e toccare le donne per strada con la scusa di spargere i colori, quindi spesso si vedono anche scene un po’ violente, soprattutto nel pomeriggio quando ormai tutti sono fuori di testa per l’alcool. I bambini poi sono i peggio. Passano ore appostati agli angoli delle strade con acqua delle fogne, colori mischiati con oli o, peggio, merda, per sporcare il più possibile i turisti. Dalla mattina fino alla sera, si svolgono battaglie di colori ed acqua dovunque per le strade e tutti, e di dico tutti, quando vedono un turista, si fermano, scendono dalla macchina o moto se devono, e ti inseguono cospargendoti di colori….che battaglie ragazzi…non c’è tregua per nessuno; persino le mucche vengono prese di mira. Tutti, persino i più poveri e sfortunati si scordano dei loro problemi, lasciandosi dipingere il proprio corpo, come tele, con tutti i colori più belli, colori di pace, gioia, amicizia e felicità. Anche a voi, amici miei, che la vità vi offra tutti i colori con cui volete dipingere la vostra strada.

mercoledì 2 marzo 2011

Ormai è un mese che sono qui in Udaipur. Incomincio a conoscere i posti dove andare, soprattutto quelli dove poter passare qualche ora tranquillo. Vedete Udaipur è una piccola città, di quasi 1 milione di persone, ma pur sempre una piccola città. A tratti è come vivere in un paesino, i negozi chiudono tutti abbastanza presto e l’unica possibilità nella notte sono i ristoranti. La città (in cui non si trovano palazzi occidentali o bar, locali o niente del genere) in sé è molto piccola, la parte gigantesca è la periferia….. e tutti conoscono tutti; il che ovviamente è possibile soprattutto per il fatto che la maggior parte della gente non si può permettere nemmeno di andare nel centro città; per non parlare delle donne, alle quali non è permesso nemmeno di uscire la sera. La grande maggioranza delle persone, qui, è Induista, quindi ne risulta una città molto tradizionalista, di cui le donne vivono la parte peggiore. Seppur dicono che l’india sta cambiando, qui si vede poco, ed è facile notarlo in ogni piccola cosa, soprattutto riguardo a caste e sesso femminile.

Ormai è passato un mese, ad anche sul lavoro ho passato la prima fase di frustrazione. È stato difficile all’inizio; certe volte si sente che non c’è molto che noi occidentali possiamo fare, soprattutto perché non si conosce la lingua e perché comunque ti vedono sempre come un turista. Persino dentro “l’ufficio”, quasi nessuno parla l’inglese, ed quindi soprattutto difficile poter veramente iniziare a fare parte dell’organizzazione. Dall’atra parte però, noi abbiamo la cultura e la preparazione che a loro manca, dal semplice saper usare un computer, all’approccio economico, alla conoscenza della lingua inglese. Fortunatamente sono riuscito a ricamarmi un progetto che mi interessa molto, e che mi porterò come me in futuro, ma sopratutto in totale indipendenza. In pratica passo le mie giornate tra diverse NGO, chiedendo informazioni e condividendo idee (perché quasi tutti qui sono alle prime armi con quello di cui mi occupo io, quindi è un po’ come imparare insieme, scambiandosi idee e visitando villaggi per vedere come applicare quelle idee), internet caffè (per internet) e raramente in ufficio. Certe volte è eccitantissimo, altre invece sembra di non poter fare niente…Ups and Down.

Oggi è il compleanno di Shiva (uno tra gli dei più seguito in India, forse quello con più templi) Dio della distruzione (fondamentale per creare equilibrio), dio nel quale il fiume Gange fluisce, dio molto vizioso, soprattutto per fumo ed alcolici. Per la prima volta, sembra viva la città dopo il tramonto, per la prima volta, gente che si diverte, beve e balla; musica dal vivo per le strade, templi adorni di luci e di fiori. Per la prima volta la città dopo le 11 non sembra deserta (ovviamente da notare: nessuna donna indiana in giro). Sono anche andato a due templi di Shiva per la preghiera J (solo nel centro città se ne trovano a decine, da quelli minuscoli, come le madonne sul ciglio della strade, a Giagdish Temple di cui ho postato la foto). Si entra e si suona un tocco di campana (per segnalare la tua presenza davanti al dio), percussioni a tutto volume (per bloccare suoni dall’esterno e per permettere al discepolo di concentrarsi), incenso (che simboleggia il Dio che è pervasivo) , luci (che simboleggiano il dio che è luce). Il baba accende una candela ( che simboleggia il tuo corpo che si dissolve nel dio) e si raccoglie il fumo emanato dalla candela e lo si sparge sul volto. Il baba poi ti spruzza qualche goccia d’acqua santa addosso e ti mette un puntino rosso (per gli Induisti) che simboleggia il terzo occhio; per finire si fa un giro, in senso orario del tempio, per assorbire l’aurea creata dalla statua del Dio…..Bellissimo !!!